Sarà stato veramente il caffè cattivo della sua colazione a determinare l’alta temperatura della telefonata del presidente Gravina a Giovanni Malagò?

Un paio di giorni fa il presidente del CONI Giovanni Malagò ha dichiarato:”Noi siamo la confederazione delle federazioni, poi ciascuna di loro ha il diritto e il dovere di prendere una decisione, in questo momento ognuno si deve assumere le sue responsabilità”. Proseguendo: “Il calcio non è stato in grado di presentare ancora un piano praticabile, si naviga a vista”. Queste considerazioni non sono piaciute al presidente della FIGC Gabriele Gravina, che ha chiamato al telefono Malagò esclamando:” Tu saresti riuscito a mettere d’accordo chi punta allo scudetto con chi teme di retrocedere?”, evidenziando ancora una volta le divergenze tra i due.

La programmazione convincente e lineare invocata e richiesta dal presidente Malagò è una chimera o è praticabile dalla FICG e dagli altri organi istituzionali che ruotano intorno al mondo del calcio?

Un buon inizio sarebbe quello di misurare la temperatura della moka onde evitare di bere a colazione caffè bollenti e dal nervoso fare telefonate incandescenti prive di progettualità. Magari cominciando a preparare alla mattina dei caffè filtrati, capaci di contenere le parole, equilibrandole in una tranquillizzante tazza grande per stemperare gli animi in attesa di ricominciare il campionato oppure di annullarlo, pensando direttamente alla prossima stagione.